lunedì 3 giugno 2013

PROGETTO "ECO"


In Aprile ho preso parte ad un'area di progetto realizzata da Pietro Babina.Il progetto consisteva nel realizzare un testo teatrale su un dialogo tra due personaggi.Questi due personaggi erano interpretati/scritti da due persone diverse, le quali non dovevano avere alcun contatto/apporto tra di loro pertanto dovevano "parlare"/scrivere su un blog.

-Durante il primo giorno Babina ci ha spiegato il lavoro con tutte le  fasi che lo susseguono.                Infine abbiamo fatto un lavoro di gruppo basato sulla classe e sul concetto di gruppo .-Il secondo giorno abbiamo diviso la classe a metà , una metà classe è stata poi spostata in un'altra aula. Poi abbiamo cominciato a scrivere. L'intero dialogo nasce da una foto raffigurante un tavolino di un bar durante una giornata uggiosa. Da qui parte la storia,  si creano inizialmente due personaggi , ma poco dopo viene introdotta una terza figura "Fank", il quale comincerà a creare i primi inconvenienti tra i due gruppi di scrittori,indecisi sul seguito della storia. 
-Il terzo giorno abbiamo discusso sul testo , abbiamo provato a interpretarlo e a inscenarlo e ci siamo accorti che bisognava cambiare o eliminare alcune parole e cambiare la sintassi di alcune frasi.
-il quarto giorno ci siamo dedicati completamente alla rielaborazione del testo .                                     In seguito abbiamo deciso di realizzare un filmato e quindi abbiamo scelto gli attori e abbiamo creato due versioni, una tra maschio e femmina e l'altra tra due femmine. In fine abbiamo registrato il testo perfezionato con gli attori che avrebbero recitato il giorno seguente.
-il quinto giorno abbiamo registrato i due cortometraggi/video.

Questo progetto è stato molto interessante, molti sono gli aspetti , ma ha colpito particolarmente la mia attenzione e riguarda il fatto che, mentre eravamo divisi nei due gruppi e la storia cominciava a formarsi è stato bello vedere , anche se me ne son resa conto solo alla fine dell'esperienza, come eravamo immersi in una realtà parallela. Eravamo pienamente coinvolti dalla storia e perfettamente immedesimati nel nostro personaggio,trasportati in una dimensione creata e mantenuta viva da noi .

giovedì 7 marzo 2013

LEIBNIZ


Gottfried Wilhelm von Leibniz




leibniz



Goffredo Leibniz nacque a Lipsia nel 1646.                                                                                                                                                                                                                                                             Fu in gran parte un autodidatta: studiò nella  biblioteca paterna(padre prof. universitario), rivelando tendenza in tutti i campi.



--> 1672 incominciò a viaggiare: Francia-circoli cartesiani; in Inghilterra e in Olanda- l’Etica di Spinoza.--> 1676, ritornato in Germania, andò dal Duca di Brunswick e fu nominato bibliotecario ad Hannover .Riprese perciò a viaggiare, al fine di raccogliere il materiale necessario, e fu per parecchi anni in Germania e in Italia.--> 1690, ritornato nuovamente in Germania, si dedica completamente alla sua attività di pensatore e di scienziato.Morì ad Hannover nel 1716.Leibniz fu di un’attività multiforme: scoprì, contemporaneamente a Newton, il calcolo infinitesimale; scoprì la matematica dei limiti; il principio degli indiscernibili; concepì il disegno di una lingua filosofica universale; fondò l’Accademia delle scienze di Berlino.                                                                                                                                                                                                                         Theodicee è l'unico libro pubblicato da Leibniz in cui tenta di giustificare le imperfezioni apparenti del mondo, che deve essere il migliore e più equilibrato dei mondi, perché creato da un Dio perfetto.                            Leibniz tenta di conciliare i due indirizzi fondamentali della filosofia moderna, il razionalismo con l’empirismo, mediante la sua teoria della MONADE.1. LA MONADE COME REALTA’ INESTESA E ATTIVITA’La realtà, secondo Leibniz,è formata da infinite sostanze di natura spirituale,  a cui egli da il nome di monadi (dal greco monas, unità).Infatti, sempre secondo Leibniz, la materia come estensione non esiste: se noi consideriamo un corpo materiale, dovremo fermarci a degli elementi primi, indivisibili o semplici, e quindi inesistenti, immateriali, spirituali (monadi).Tali monadi, oltre ad essere inestese , sono attive: come è dimostrato dalla resistenza che oppongono i corpi, e che si manifestano come inerzia e resistenza.Si tratta di un’attività analoga a quella dell’anima umana, perchè l’anima umana è l’unica cosa che noi conosciamo inestesa ed attiva, e quindi simile alle altre monadi
Concludendo: la materia e nella sua essenza una realtà inestesa ed attiva, mentre ai sensi appare come una realtà estesa e passiva.2. LA GERARCHIA DELLE MONADI: DIOAbbiamo complessivamente tre grandi categorie di monadi: MATERIALI - RAZIONALI - ANIMALI .                                                                                                                                                                        Ogni monade differisce da tutte le altre a seconda del grado di chiarezza e distinzione delle sue percezioni.Otteniamo così una gerarchia delle monadi, che dalla materia inanimata sale fino a Dio che possiede sapienza, potenza e amore (monade suprema).Dell’esistenza di Dio, Leibniz fornisce tre prove:  PROVA A CONTINGENTIA MUNTI - PROVA DELLE ESSENZE - PROVA ONTOLOGICA .                                                                                                                                                                                                                                                                                                  Le monadi sono prodotte da Dio mediante “fulgurazioni” continue; e sono indistruttibili, perchè non vi è ragione che Dio abbia a distruggerle, quasi per un pentimento di ciò che prima ha creato.Le monadi sono quindi immortali; e immortale è il mondo che di esse consiste.3. LA LEGGE DI CONTINUITA’Fondamentale nel pensiero di Leibniz è la legge di continuità, cioè la legge del rapporto che esige tra : le varie percezioni di una data monade e tra le diverse monadi dell'universo                                                              Secondo Leibniz in ogni monade vi è una continuità di percezione, per cui dalle percezioni oscure e confuse si passa gradatamente alle percezioni chiare e distinte o appercezioni.Tale trapasso è constatabile soprattutto nelle monadi razionali, ricche di percezioni: queste, che Leibniz chiama piccole percezioni, agiscono su di noi a nostra insaputa..                                                                      Vi è una continuità di monadi, per cui dalle monadi dotate di percezioni oscure e confuse si passa gradatamente alle monadi dotate di percezioni chiare e distinte, cioè, come già si è visto, dalle monadi materiali alle monadi razionali e a Dio.In tal modo Leibniz applica alla psicologia e alla monadologia quel principio di continuità che è fondamento del calcolo infinitesimale da lui stesso scoperto.


lunedì 10 dicembre 2012

LA VITA.



Ogni giorno ognuno di noi è costretto a nascondere la sua     identità indossando delle maschere.
Al lavoro, a scuola,a casa, con gli amici e con i nostri cari tutti siamo costretti ad indossarle anche senza rendercene conto.
Questo non significa vivere perché le nostre vera identità vengono così rinchiuse e riescono ad uscire solo quando siamo soli, chiusi in noi stessi.

Perchè da soli riusciamo ad essere veramente noi stessi?

Quand'è che viviamo veramente per quello che siamo?

Ha un senso la vita vissuta in questo modo?

Ma io chi sono?

Esisto?

A quest'ultima domanda risponde Cartesio con la frase 
Cogito ergo sum, che significa penso e quindi sono vivo.
Si, ok se penso sono vivo però,che senso ha dire che noi pensando  viviamo anche se in realtà viviamo nella menzogna e nell'ignoranza di ciò che noi realmente siamo? 
Siamo sicuri che anche i nostri pensieri siano liberi da ogni influenza esterna?
Oppure siamo così assuefatti da ciò che c'è intorno a noi che non riusciamo neanche più a riconoscere la nostra apparenza da noi stessi ?
Forse le uniche persone in grado di mostrare come siamo realmente sono gli artisti. I quali cercano in tutti i modi e con svariati mezzi di far uscire la parte più privata e interiore di se stessi, al fine di rivelarla ma, senza l'uso della parola.      
In questo modo il loro messaggio esiste, c'è ma, è indiretto e personale per ogni spettatore che solo grazie a loro e alle loro opere e a ciò che ci suscitano ,riesce a porsi delle domande e quindi a pensare, e quindi a dare una propria opinione personale ricordandoci chi siamo e che quindi ricordandoci che esistiamo.

Due artisti in particolare secondo me riescono ad esprimere a pieno tutto ciò che sentono e sono Mgritte e Dalì.